Nella sua presentazione al Rapporto 2020 del BES (Benessere Equo e Sostenibile in Italia) recentemente presentato, il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo ricorda come la nuova edizione del Rapporto abbia arricchito il panorama informativo sui temi che più di altri hanno impatto oggi sul benessere dei cittadini: la salute e i servizi sanitari, le risorse digitali, il cambiamento climatico e il capitale umano. E osserva come “a dieci anni dall’avvio del progetto, gli indicatori proposti mostrano chiaramente come i cambiamenti nel profilo del benessere in Italia siano stati molti: tanto nella direzione del progresso, quanto nella persistenza di aree di criticità, anche profonde”: tra gli altri aspetti, “i giovani che si laureano sono ancora troppo pochi, e il divario con l’Europa sull’istruzione continua ad allargarsi. La distanza dagli altri partner europei non diminuisce nemmeno per gli investimenti in ricerca e sviluppo, che restano troppo bassi, né, malgrado i progressi, per l’incidenza di lavoratori della conoscenza.”

Nel corso del tempo è aumentata in Italia la probabilità per le nuove generazioni di laurearsi, ma negli ultimi quattro anni, a differenza di quanto accade nel resto d’Europa, la crescita della quota di laureati in Italia si è interrotta e la percentuale di persone di 30-34 anni con un titolo universitario o terziario è passata dal 19,8% nel 2010 al 27,9% nel 2020, ben 14 punti in meno rispetto al dato medio Ue27, che, nel secondo trimestre 2020, era pari al 42,1%.(cfr. il Rapporto BES 2020, pag.17). 

Il Rapporto fornisce graduatorie regionali per alcuni indicatori e tra quelli più importanti segnalerei quello relativo ai laureati in discipline tecnico-scientifiche (STEM) che considera il rapporto tra i residenti nella regione che hanno conseguito un titolo di livello terziario in discipline scientifico-tecnologiche e la popolazione di 20-29 anni della stessa regione, per 1.000. 

Le Marche (cfr. pag.77) hanno un indicatore tra i più elevati del Paese (pari a 17,6; per l’Italia vale 15,1), inferiore solo a quello di Abruzzo (18,2), Molise (18,9) e Basilicata (18,0). Ma vista la “graduatoria”, probabilmente influiscono su di essa la disponibilità di atenei in rapporto alla (ridotta) dimensione regionale.  Si tratta comunque di un fattore di vantaggio notevole per la nostra regione, se si condivide la valutazione secondo la quale le competenze STEM sono fondamentali per guidare la duplice transizione ecologica e digitale. 

Il problema è che si tratta di un vantaggio potenziale

Per varie ragioni, dalle Marche i laureati STEM scappano via. 

Nel capitolo 11 dedicato a Innovazione, ricerca e creatività il Rapporto BES 2020 elenca una serie di indicatori relativi all’intensità di impiego nelle singole regioni del capitale umano qualificato, alla propensione a innovare del sistema produttivo, alla diffusione tra le imprese di vendite via web. In tutte e tre le graduatorie regionali, la posizione delle Marche è critica: i lavoratori della conoscenza (% di occupati con istruzione universitaria in professioni Scientifico-Tecnologiche sul totale occupati) sono nella regione solo il 16,9% (in Italia il 18,5%); la quota % di imprese che hanno introdotto innovazioni tecnologiche, organizzative e di marketing nel triennio sul totale delle imprese con almeno 10 addetti, nelle Marche arriva al 45,1% mentre in Italia è al 55,7%. La quota % di imprese con almeno 10 addetti che nel corso dell’anno precedente hanno venduto via web a clienti finali nelle Marche è pari al 7,8% quando in Italia è pari all’11,5%. 

Nella stessa pagina che riporta il posizionamento regionale per i laureati STEM, figura anche l’indicatore relativo alle “Competenze digitali elevate” costruito da Istat sulla base dei domini individuati dal “Digital competence framework” (i domini considerati sono informazione, comunicazione, creazione di contenuti, problem solving. Per ogni dominio sono state selezionate un numero di attività e viene attribuito un livello di competenza a seconda del numero di attività svolte). Le Marche figurano in tale graduatoria regionale al 15° posto con un valore pari al 21,5 % di persone di 16-74 anni che hanno competenze avanzate per tutti e 4 i domini considerati; ma l’Italia ha un valore pari al 22,0% e noi siamo alla pari con l’Abruzzo e facciamo meglio solo delle regioni del Mezzogiorno, e nemmeno tutte (la Sardegna ha il 23,0%). 

Giovanni Dini, CNA Marche