Si pensa che la robotica trovi applicazione solo nei processi industriali per incrementare produttività e qualità. Non è così. Si stanno infatti sviluppando sempre più robot o sistemi robotici al servizio delle persone, non solo per svolgere azioni ripetitive e poco piacevoli, come pulire o tener in ordine la casa, ma soprattutto per assistere le persone nel caso di fragilità motorie e cognitive. Macchine automatiche, proattive, intelligenti, sicure, capaci di interagire con gli utenti per svolgere azioni di supporto alla mobilità o di interazioni per ridurre i pericoli che insorgono con le fragilità.  

I robot assistivi garantiscono una maggiore autonomia dell’individuo, possono svolgere azioni di monitoraggio e di pronto intervento in caso di comportamenti anomali o situazioni di pericolo. Possono rilevare cadute in contesti domestici o più in generale in ambienti di vita indoor. Semplici robot umanoidi, in virtù del loro aspetto antropomorfo, riescono ad essere maggiormente accettati dall’utente e sviluppare una maggiore predisposizione all’interazione. Nel periodo più acuto della pandemia sono stati sperimentati sistemi robotici nell’assistenza di pazienti Covid, per una raccolta di parametri clinici in termini affidabili e sicuri, riducendo anche i possibili rischi di contagio.

Attualmente la sperimentazione è stata sviluppata per assistere persone con fragilità motoria, con possibili estensioni anche all’ambito riabilitativo, integrando sistemi robotici assistivi con dispositivi di electronic consumer, o semplici robot domestici come i robot aspirapolvere. Strumenti di costo contenuto, per la loro ampia diffusione, ma allo stesso tempo capaci di svolgere utili servizi assistenziali e di monitoraggio a persone con fragilità motoria e cognitiva. Sistemi per loro natura facilmente “accettabili” dalle persone e integrabili nell’ambiente domestico. Tra gli ausili alla mobilità sono ormai disponibili robot mobili, carrozzine intelligenti e autonome, che permettono in una struttura residenziale protetta la gestione automatica di percorsi attraverso sistemi di localizzazione indoor, di pianificazione delle traiettorie e aggiramento degli ostacoli fissi e mobili.


iMove, sviluppato al DII della Politecnica delle Marche

Il contesto in cui tutto questo si sviluppa è quello dell’Ambient Assisted Living, dove robot assitivi vengono utilizzati per raccogliere dati utili alla completa mappatura del quadro clinico dell’utente a costi relativamente bassi. Dati integrati in cloud assieme a i dati raccolti sulle attività domestiche da dispositivi di largo consumo come smart phone o smartwatch. 
Possono sembrare prospettive molto in la da realizzare, con sbocchi di mercato difficili da intravedere. Non è così. Il settore produttivo di riferimento è molto attivo, recentemente aziende come Amazon, Apple, Facebook, Google, Microsoft hanno iniziato la produzione di soluzioni per “smart home” con particolare riferimento alla Home & Building Automation (comfort, sicurezza degli ambienti, risparmio energetico). E su questa prospettiva si inseriscono anche i robot di servizio, con costi ancora non bassi per la poca diffusione. Ma presto aumenteranno, del resto lo stesso Bill Gates sulle pagine di Scientific American ne aveva previsto la diffusione già nel 2007: “a robot in every home”. 

Prima della pandemia, nell’ambito dei sistemi di automazione per la vita in casa, si prevedevano incrementi importanti, a livello europeo ben il 52%. Il settore è inserito nel più ampio della “silver economy” orientata a coprire le esigenze quotidiane di salute e di vita degli anziani. Un settore che per il progressivo invecchiamento della popolazione indotto da cambiamenti demografici, assumerà un ruolo sempre più importante. Per i beni e i servizi associati a questo settore dell’economia è previsto un aumento di circa il 5% all’anno fino al 2025, arrivando a 6,4 trilioni di euro di PIL e 88 milioni di posti di lavoro, coprendo secondo queste previsioni il 31,5% del PIL dell’UE e al 37,8% dell’occupazione dell’unione europea. Gran parte di questi beni e servizi si basano su innovative tecnologie digitali. I cambiamenti che questa pandemia sta introducendo nei nostri stili di vita cambieranno queste previsioni in un ulteriore aumento.

Twin Robot, sviluppato al DII della Politecnica delle Marche 

Lo sviluppo tecnologico avviato dalla trasformazione digitale faciliterà molto la diffusione di questi nuovi dispositivi, che risulteranno molto più semplici da installare e gestire. Sistemi robotici potranno essere sviluppati dall’integrazioni di apparati e dispositivi proveniente dall’elettronica di consumo, quindi con costi bassi che ne faciliteranno la diffusione. 
Sarà difficile vivere con un robot in casa? Non credo, i servizi che introdurranno saranno molteplici, in parte ancora da individuare, vivremo solo più comodamente e in sicurezza, pensate a quando sarà disponibile un robot per pulire il bagno, avrà una diffusione pari a quelle delle attuali lavastoviglie. E poi come richiamato precedentemente, questi dispositivi assieme alle tante soluzioni tecnologicamente avanzate destinate alla protezione della salute e orientate a favorire l’invecchiamento attivo, saranno capaci di contribuire alla gestione sanitaria degli anziani e malati cronici all’interno delle proprie case, con innegabili vantaggi sociali: nessuno verrà più lasciato solo.Robot assistivi per il costante monitoraggio di molti parametri vitali, assieme a sensori ambientali e indossabili, saranno capaci di identificare situazioni pericolose e richiedere interventi immediati e potranno contribuire allo sviluppo di sistemi orientati alla prevenzione fornendo alla persona, al medico curante o ai familiari utili indicazioni per suggerire controlli più frequenti o specifici, un cambiamento nello stile di vita, o segnalare una condizione di potenziale rischio.
Pepper, semi-humanoid robot manufactered by SoftBank Robotica.
Saranno tutte soluzioni per vivere tutti quanti meglio. Vi è un mercato in potenziale crescita, dove anche le piccole imprese possono trovare il loro spazio sia nello sviluppo di soluzioni personalizzate, sia per la creazione di servizi di integrazione ed assistenza, e dove le competenze digitali saranno fondamentali. 

Sauro Longhi, Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, Università Politecnica delle Marche