Il termine “Big data” è utilizzato per descrivere una raccolta di dati così estesa in termini di volume, velocità e varietà da richiedere tecnologie e metodi analitici specifici per l'estrazione di valore e di conoscenza, a supporto delle decisioni aziendali o di ogni altro settore della nostra società.

L’aumento progressivo della dimensione dei dataset è legato alla necessità di analisi su un unico insieme di dati, con l'obiettivo di estrarre informazioni aggiuntive rispetto a quelle che si potrebbero ottenere analizzando piccole serie, con la stessa quantità totale di dati.

Si parla di “Big data” quando si ha a disposizione un dataset tanto grande che sono necessari strumenti non convenzionali per estrapolare, gestire e elaborare informazioni in un tempo determinato. Nei “Big Data” la quantità dei dati è dell'ordine degli Zettabyte, che indica miliardi di Terabyte In questo modo è richiesta una potenza di calcolo parallelo e massivo con strumenti dedicati eseguiti su decine, centinaia o anche migliaia di server.

Nello scenario dei “grandi dati” la componente multimediale sta sempre più attraendo l’attenzione; basti pensare alla visione artificiale, all’analisi delle immagini da Instagram ed a tante applicazioni audio. Ma Big non vuol dire solo grandi quantità!


L’immagine rappresenta la dimensione dei “Big Data”. Il volume fa riferimento alla capacità di acquisire, memorizzare e accedere a grandi volumi di dati, non gestibili con i database tradizionali. La velocità è riferita al fatto che l’analisi dei dati deve essere effettuata a ritmo sostenuto o addirittura in tempo reale. Ottenere un vantaggio significa identificare una tendenza o un’opportunità qualche secondo prima del concorrente. La varietà rappresenta un cambiamento nel modo in cui i dati vengono analizzati e memorizzati, ovvero di diversa natura e non strutturati, come per esempio: audio, video, e-mail, social media. Infine, la veridicità indica che tutti i dati raccolti rappresentano un valore per le aziende, da essi è possibile trarne un’opportunità con un grande impatto sulle attività. La veridicità dei dati rappresenta un requisito fondamentale per alimentare nuove intuizioni e idee.

Il volume dei dati è un fenomeno globale, nel senso che molti cittadini guardano a questa collezione di dati con sospetto considerandoli come un’intrusione alla loro privacy. Comunque è evidente che i “Big data” hanno un ruolo economico importante non solo per il commercio privato, ma anche per l’economia nazionale e i loro cittadini, aumentando la produttività e la competizione tra le aziende e il settore pubblico e creando un sostanziale surplus economico per i consumatori.

Attualmente i dati digitali sono ovunque, in ogni settore, ogni economia, ogni organizzazione e per gli utenti di tecnologia digitale per cui l’abilità di aggregare, e combinare dati e quindi utilizzare i risultati per realizzare analisi profonde è divenuta molto più accessibile. Molte aziende pioniere stanno già utilizzando i “Big data” per creare valore, altre invece stanno studiando per poter fare lo stesso, se vogliono continuare a competere. I governi, inoltre, hanno una rilevante opportunità di aumentare la loro efficienza e il rapporto qualità-prezzo in un momento in cui le finanze pubbliche sono limitate e rischiano di restare così a causa dell'invecchiamento della popolazione in molti paesi di tutto il mondo.

L'uso efficace dei “Big data” ha il potenziale di trasformare le economie, fornendo una nuova ondata di crescita della produttività e surplus dei consumi. L’utilizzo dei “Big data” produrrà una base essenziale di competitività per le aziende esistenti e creerà nuovi concorrenti che sono in grado di attrarre i dipendenti che hanno le competenze critiche per il mondo dei “Big data”. I leader delle organizzazioni hanno bisogno di riconoscere la potenziale opportunità, nonché le minacce strategiche che i “Big data” rappresentano e devono valutare e quindi chiudere ogni gap tra le loro capacità IT correnti e la loro strategia di dati e di quanto necessario per cogliere i vantaggi nell’utilizzare i “Big data” per la loro impresa. Essi dovranno essere creativi e propositivi nel determinare quali dati si possono combinare per creare valore e come ottenerne l'accesso, così come affrontare i problemi di sicurezza e privacy. Sul tema di privacy e sicurezza, una parte del compito potrebbe includere aiutare i consumatori a capire quali benefici offrono l'uso di grandi offerte di dati, insieme ai rischi.

La crescita dei “Big data” è un fenomeno che si osserva in ogni settore. Ancora più importante, l'intensità dei dati (ossia la quantità media di dati immagazzinati per azienda) in tutti i settori nell'economia globale è sufficiente per utilizzare tecniche abilitati da grandi dataset per guidare le aziende di valore, anche se alcuni settori hanno avuto intensità di dati significativamente più alto rispetto ad altri, il che implica che essi hanno più potenziale a breve termine per catturare valore dai “Big data”.

I dati sono diventati un importante fattore di produzione di oggi, al pari di beni materiali e di capitale umano e la crescente intensità con cui le imprese stanno raccogliendo informazioni, insieme all'ascesa della multimedialità, al social media, e all'Internet of Things continueranno ad alimentare la crescita esponenziale dei dati per il prossimo futuro. I “Big data” hanno un notevole potenziale per accrescere il valore di imprese e dei consumatori.

Su questo, all’interno del network di Marche Innovation Hub, dobbiamo lavorare insieme per creare reti di lavoro capaci di portare innovazione e valore alle PMI del nostro territorio e con uno sguardo attento all’Europa ed al mondo. 

Articolo di Emanuele Frontoni, Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione  Università Politecnica delle Marche